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Ecco l'ultima puntata del nostro giallo

  Pubblicato il 16 Mag 2117  19:36
Martedì 14 febbraio - Ore 9,30
 
La lettura del dossier, invece, non spostò neppure di un centimetro la distanza che separava Gianni Arnò dall'assassino di Allyson Forbes. I collaboratori dell'avvocato Pesci, e in particolare Mauro Giordani, avevano setacciato con grande attenzione la zona del cinema Manzoni alla ricerca di indizi, ma l'unico risultato concreto (peraltro importantissimo) del loro lavoro era la certezza che nè Mario Vecchi, il pallanuotista marito di "Miss Blue", nè Flavio Manzi, l'amante, avevano commesso il delitto.
A dire il vero, un altro risultato tangibile era stato raggiunto: grazie al filmato delle telecamere di sorveglianza del cinema Manzoni, era stato ristretto a soli venti minuti - e precisamente dalle 20,40 (l'ora in cui la pallavolista era uscita dal cinema) alle 22 (l'ora in cui era stata uccisa, minuto più minuto meno) il lasso di tempo in cui la Polizia aveva perso le tracce della Forbes. Cosa aveva fatto la pallavolista in quei venti minuti? Chi aveva incontrato? Erano queste le domande alle quali Gianni Arnò e Salvatore Alluzzo dovevano dare una risposta.
Il commissario e il suo vice adesso potevano partire da una certezza: non si trattava di omicidio premeditato, ma di delitto occasionale. Allyson Forbes, in altre parole, aveva trovato la morte per una serie di coincidenze: l'arrivo in anticipo al cinema Manzoni dovuto alla fretta del marito, il furto della borsa e l'incontro casuale con il suo assassino. "Il colmo della sfortuna - commentò Alluzzo -: uccisa per un motivo qualsiasi da una persona qualunque".
"Sulla casualità - disse Arnò - sono d'accordo, ma non credo si tratti di una persona qualunque: Allyson Forbes conosceva il suo assassino".
"Cosa te lo fa pensare?".
"Vado per esclusione: la Forbes non è stata ammazzata per rapina perchè non aveva la borsa con sè. E non è stata uccisa dopo uno stupro perchè non risultano tracce di violenza carnale. L'ipotesi del rapimento non mi ha mai convinto e mi convince ancor meno adesso che sappiamo quali sono stati gli spostamenti della Forbes fino alle 20,40. Perciò io credo che Allyson abbia incontrato nei paraggi del cinema Manzoni qualcuno che conosceva e al quale ha chiesto aiuto. Poi è accaduto qualcosa che ha spinto questa persona ad ucciderla".
"Si, ma il delitto non è avvenuto per strada: non dimentichiamo che prima di essere uccisa la Forbes è stata narcotizzata. E' chiaro, inoltre, che non ha incontrato per strada il suo assassino: in questo caso si sarebbe limitata a chiedergli il cellulare per chiamare Manzi. Ma come sappiamo, questa telefonata non è mai stata fatta".
"E allora - concluse Arnò - i fatti devono essere andati così: la Forbes, dopo essere uscita dal cinema, si ricorda che nei paraggi del Manzoni abita qualcuno che conosce e che potrà prestarle non solo il cellulare, ma anche i soldi per prendere un taxi".
"Esatto. Non resta che trovarlo".
 
***

Arnò e Alluzzo avevano già l'elenco di tutti coloro che avevano preso parte al ricevimento per i 70 anni di Sandro Rocchi, il presidente delle Yellow Tigers.
"Ma non basta. Salvatore, chiama la Luce e la Balestrieri, le amiche della Forbes: ci servono nomi e indirizzi di tutti i loro conoscenti. Io intanto telefono a Mario Vecchi e a Flavio Manzi... Aspetta, visto che ci sei, chiama anche il presidente del club di tifosi delle Yellow Tigers e fatti dare l'elenco completo degli iscritti.
Ottenuti i nomi, Arnò e Alluzzo impiegarono per esaminare gli elenchi un'intera giornata di lavoro, che non fu ripagata come avrebbero sperato: soltanto due persone abitavano nella zona del cinema Manzoni, erano marito e moglie e in due totalizzavano oltre 150 anni. Non c'era neppure bisogno di controllare il loro alibi.
 
***
 
UN ANNO DOPO
 
Giovedì 18 gennaio 2018 - Ore 10,30
 
"Si ricorda di me, commissario?"
"Certo. Venga, si accomodi nel mio ufficio".
Era Roberta Gallozzi, l'allenatore di Allyson Forbes. A distanza di un anno l'assassino di "Miss Blue" non aveva ancora un nome.
"Lo vuole un caffè? Però devo avvertirla, è quello della macchinetta".
"E allora lasci perdere. Altrimenti finisco avvelenata e lei deve occuparsi anche del mio caso".
La Gallozzi aprì la borsetta, prese una busta e la consegnò ad Arnò.
"Mi spiace, qui non si accettano bustarelle. Preferiamo farne a meno: lo stipendio che ci dà lo Stato è talmente alto che i soldi non sappiamo più dove metterli".
"Ma non sono biglietti di banca, sono biglietti per il Palayamamay. Per lei e per il suo vice. Sabato e domenica c'è la prima edizione del "Memorial Forbes", per ricordare Allyson abbiamo organizzato davvero un bel torneo: ci sono le due squadre di Busto e due formazioni statunitensi. Ci ha dato una mano il padre di Allyson, ha coperto gran parte delle spese. E' un modo come un altro per mantenere vivo il ricordo della nostra Miss Blue, anche se inevitabilmente prima o poi la gente della pallavolo si dimenticherà di lei. Purtroppo è inevitabile. Già il suo club di tifosi non esiste più".
"Come mai?".
"Ricorda Fausto Sioli, il presidente del club? Praticamente faceva tutto lui, gli altri erano solo dei comprimari. Una volta andato via Sioli, nessuno ha voluto prendere il suo posto e il club si è automaticamente sciolto".
"Che fine ha fatto il presidente?".
"Si è trasferito a Varese, ha aperto una farmacia anche là e ha dato in gestione alla sorella quella che aveva vicino al cinema Manzoni".
 
***
 
Martedì 23 gennaio 2018 - Ore 11,30
 
Stralcio dell'interrogatorio di Lucio Barattini

 
P. M. Rossi: Ci dica come si sono svolti i fatti la sera del 23 gennaio 2017.
Barattini: Poco dopo le 23 mi telefonò Fausto Sioli. "Ho ucciso Allyson Forbes", mi disse. Non poteva trattarsi di uno scherzo: mio cognato piangeva, la voce gli tremava. "Aiutami, Lucio, ti prego aiutami!". Come facevo a dirgli di no? Per me è sempre stato come un fratello, è lui che ha fatto da padre e da madre a mia moglie quando i loro genitori sono morti in un incidente stradale. Sono andato immediatamente a casa sua, abbiamo preso il cadavere della Forbes e lo abbiamo trasportato nella farmacia attraverso la scala che collega l'appartamento al negozio. Abbiamo aspettato che si facesse l'1 di notte e abbiamo caricato il corpo sulla mia macchina.
Rossi: Di chi è stata l'idea di lasciare il cadavere nella stazione di servizio?
Barattini: Mia. Vado a fare rifornimento sempre là, sapevo che non c'è il self service notturno. Inoltre è una zona molto isolata, non ci sono case nelle vicinanze e l'illuminazione è praticamente inesistente.
Rossi: Quando è arrivato a casa di Sioli, dov'era il cadavere di Allyson Forbes?
Barattini: Nel corridoio, a pochi passi dalla porta d'ingresso.
Rossi: Cosa le ha detto Sioli riguardo all'omicidio?
Barattini: Mi ha detto che quando se l'è vista davanti ha perso la testa, lui aveva una vera e propria adorazione per Allyson Forbes. Ha detto che ha tentato di baciarla e che lei si è ribellata colpendolo con un calcio nello stinco. Lui l'ha inseguita e l'ha colpita con un posacenere. Poi è andato in farmacia, ha preso dell'etere e l'ha narcotizzata.
Rossi: Per quale motivo?
Barattini: Per prendere tempo e riflettere sul da farsi, almeno così mi ha detto. Poi l'ha strangolata.
Rossi: Ma non le sembra assurdo che Sioli abbia ucciso la Forbes solo perchè lui aveva tentato di baciarla e lei si era ribellata?
Barattini: Non so che dirle, anch'io ho pensato che era molto strano.
Rossi: Si rende conto che ha aiutato un assassino?
Barattini: Si, certo, e me ne sono subito pentito. Ma non ce l'ho fatta a dirgli di no.
Rossi: Ha provato almeno a convincerlo a costituirsi?
Barattini: Si, ma non c'è stato nulla da fare. Mi ha detto che non c'era pericolo di essere scoperti, che la Forbes quella sera si era recata da lui per caso e che nessuno era a conoscenza di quella visita improvvisa. E invece... maledizione a lui e a quella telefonata! E maledizione anche a me: dovevo immaginare che la Polizia sarebbe potuta risalire a noi guardando il tabulato delle chiamate fatte da Fausto quella sera. Ci ho pensato solo il giorno dopo, ma ormai era troppo tardi.
 
***
 
Martedì 23 gennaio 2018 - Ore 16,30
 
Stralcio dell'interrogatorio di Fausto Sioli

 
P. M. Rossi: C'è una cosa che non è chiara: perchè ha colpito Allyson Forbes con il posacenere? Avrebbe potuto tranquillamente lasciarla andare via...
Sioli: Avevo paura che andasse a raccontare in giro che avevo tentato di baciarla.
Rossi: E le sembra questo un motivo plausibile?
Sioli: In quel momento ho perso la testa.
Rossi: E le sembra plausibile la decisione di ucciderla solo perchè l'aveva tramortita con il posacenere? A chi vuole prendere in giro, Sioli?! Lei l'ha narcotizzata proprio per riflettere sul da farsi, e quale è stata la sua decisione? Strangolarla. Fino a quel momento era solo un aggressione, avrebbe potuto prendere al massimo sei mesi, ammesso e non concesso che la Forbes l'avesse denunciata. Invece ora rischia la condanna all'ergastolo.
Sioli: Se Allyson mi avesse denunciato, avrei perso tutto: amicizie, reputazione, lavoro. Nessuno avrebbe messo più piede nella mia farmacia. E poi ero certo che non sarei stato scoperto.
Rossi: Se era convinto di farla franca, perchè si è trasferito a Varese?
Sioli: Quando la Polizia mi chiese l'elenco di tutti gli iscritti al club con gli indirizzi, era chiaro che avevano scoperto che l'assassino abitava nei paraggi del cinema Manzoni. Da anni per motivi fiscali io risulto residente a Varese, ma non potevo rischiare che qualcuno della Polizia mi vedesse in farmacia a Busto e risalisse a me.
Rossi: Io sono convinto che lei non ha detto tutta la verità, signor Sioli. Perchè ha ucciso Allyson Forbes?
 
***
 
Fausto Sioli, condannato all'ergastolo il 27 febbraio 2019, non ha mai rivelato cosa vide quella sera "Miss Blue" entrando improvvisamente nella sua camera da letto.
Mario Corcione
 
FINE
La prima puntata del nuovo giallo sarà pubblicata martedì 23 maggio.
 
LA PRIMA PUNTATA
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LA SECONDA PUNTATA
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LA TERZA PUNTATA
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LA QUARTA PUNTATA
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LA QUINTA PUNTATA
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LA SESTA PUNTATA
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LA SETTIMA PUNTATA

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L'OTTAVA PUNTATA
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LA NONA PUNTATA
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LA DECIMA PUNTATA

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